giovedì 25 ottobre 2012



SULPL ALESSANDRIA NEWS

Periodico di informazione tecnica, giuridica, sindacale e di attualità
per gli operatori della polizia locale
___________________________

numero 34 – 25 OTTOBRE 2012 



"Scusa ma tu lavori a Natale, Capodanno e Pasqua ? no ? Allora non siamo colleghi ! "


Ad Alessandria siamo in stato di dissesto ma continuiamo a lavorare, imperterriti, quasi come se il problema non esistesse; non sappiamo ancora se ci pagheranno gli stipendi, i bene informati dicono che se ne parlerà a gennaio (  con buona pace per chi aspettava la tredicesima per sistemare qualche cosina arretrata ) e molti di noi stanno già facendo i conti per cercare di capire come andare avanti in questo bailamme. Dovremo confrontarci con le nostre Amministrazioni, lo dico al plurale
 


perché Alessandria è stata la prima città ad imbattersi in questo tremendo problema ma altre – purtroppo – sono lì ad un passo.
Dovremo capire quali sono le attività obbligatorie ed indifferibili e quelle cui si potrà dire di no, perché se non ci pagano è giusto che si vada a lavorare ?
Non ci trattano nemmeno alla stregua dei disoccupati perché diversamente avremmo avuto un’indennità sostitutiva ( quella di disoccupazione ) e neppure siamo assimilati ai cassaintegrati; dobbiamo lavorare e attendere che qualche illuminato professore della Bocconi con incarichi governativi si metta una mano sulla coscienza e trovi le risorse per 2.700 dipendenti, molti dei quali già in grave difficoltà.
Intanto la programmazione dei turni e degli interventi continua, come se nulla fosse. Ma ciò che stride è sentire che – ancora oggi, nonostante la gravità del problema che stiamo vivendo e le difficoltà che ci apprestiamo ad affrontare – vi sono ancora coloro che sostengono che essere appartenenti alla polizia locale significa essere dipendenti comunali e, seppure con qualche differenziazione, interessati dallo stesso problema, perché in Comune siamo tutti colleghi.
No, non è così.
Riporto integralmente la riflessione di una collega toscana ( “codice sierra” il suo nick ) che dalla sua pagina di facebook,  mette in chiara evidenza ciò che ci differenzia da qualsiasi altro impiegato comunale.
“ Parliamo di orari e riposi: l'impiegato sa che farà lo stesso orario per ogni settimana di lavoro della sua vita. Spesso poi, con i rientri, ha un fine settimana intero di riposo. L'agente di Polizia Locale arriva al sabato, alla domenica o addirittura al giorno prima e non sa il turno del giorno dopo, figuriamoci quello della settimana. Inoltre nell’unico giorno di riposo deve recuperare tutte le forze e le energie (e magari il giorno prima del riposo ha fatto il turno serale).


Parliamo di flessibilità oraria: l’impiegato ha riconosciuta una grande flessibilità, spesso di un quarto d’ora o anche di mezz’ora; l’importante è che faccia le sue sei ore e che ci sia uno scarto tra la mattina ed il rientro pomeridiano. L’agente di Polizia Locale teoricamente ha la flessibilità ma di fatto deve anzi entrare in servizio anche prima del suo orario, perché se non si mette la divisa in tempo, non prepara l’arma, non va a prendere il mezzo, e non apre il contatto radio ecc. ecc. non è in grado di arrivare in tempo all’entrata delle scuole per fare la viabilità.
 


Parliamo dei compiti: l'impiegato sa che farà le stesse pratiche per tutti i giorni di lavoro fino alla pensione, almeno che non lo spostino di ufficio. L'agente di Polizia Locale sa bene che ogni volta che esce in servizio gli può capitare di tutto (dalla violazione amministrativa – dei numerosi regolamenti comunali -  a quella penale, dall’ambiente all’edilizia, dal codice della strada al commercio e via di seguito)  e, il più delle volte, deve sbrigarsela senza avere il tempo di informarsi su come o cosa si debba fare in una certa situazione.
Parliamo di festività: l'impiegato sa che tutte le sante feste se le passa a casa, in vacanza, con i familiari o con gli amici. L'agente di Polizia Locale sa che i festivi di regola li passerà a lavoro, perché quando tutti vanno in giro e si divertono c'è più bisogno di personale sulla strada e quindi la famiglia la lascia sola a casa e gli amici li perde durante gli anni di lavoro perché non li frequenta più.


Parliamo di rischio infortuni: l'impiegato rischia un infortunio sul lavoro, del tipo sbattere contro lo spigolo della scrivania, essere colpito ad un piede da un faldone che cade ecc. L'agente di Polizia Locale rischia che gli sparino in pieno petto, di cadere dalla moto di servizio, rischia di essere picchiato, rischia di fare un incidente con l'auto di servizio, insomma si può fare davvero male. Senza contare il rischio di essere denunciato da qualche cittadino imbelvito, cosa che sembra essere diventata una specie di “sport nazionale”.  
Parliamo di malattia: l’impiegato rischia di influenzarsi perché l’impianto di aria condizionata del suo ufficio è troppo forte. L’agente di Polizia Locale si deve temprare anche quando lavora sotto l’acqua, al freddo, sotto la neve, al caldo, sotto il sole cocente. Rischia di ammalarsi molto di più degli impiegati e se sta a casa riceve la stessa decurtazione.


Parliamo di incombenze di lavoro: l'impiegato entra a lavoro, inizia a lavorare, mentre lavora si può accendere la radio in ufficio (si spera che lo faccia solo quando non c’è il ricevimento al pubblico), finisce di lavorare, spenge il pc e se ne va. L'agente di Polizia Locale deve fare ciò che gli viene normalmente richiesto dai superiori, deve assecondare le pretese dei cittadini, mantenere fede agli obblighi di legge anche laddove sia rischioso farlo quanto non farlo, verbalizzare ogni cosa che fa, rientrare al Comando e fare rapporto di servizio e relazioni (incombenze per cui spesso rischia di fare tardi e di non timbrare in orario, magari senza che gli venga riconosciuto il recupero o lo straordinario).


E siccome, dopo tutto questo, non abbiamo ancora digerito la faccenda, parliamo della pausa caffè: l’impiegato esce dal suo ufficio, va al bar (se è sfortunato il bar è all’interno del Comune, altrimenti può farsi una passeggiata fino al bar che vuole) e si beve il caffè in santa pace, tanto chi lo riconosce? L’agente di Polizia Locale va al bar davanti al quale ci sono meno auto in sosta vietata, prima di andarci magari fa il controllo soste e quando esce idem, sceglie il bar di un avventore rispettoso delle regole (impossibile che ce ne sia uno che le rispetta tutte), entra e ordina il caffè, inizia a bere quando gli viene posta la classica domanda: “avete già fatto le multe? Perché ho la macchina in divieto”. Insomma a volte il caffè non lo prende neppure, tanto non se lo gusta.
Queste e tante altre le differenze ...e poi ci viene detto che noi siamo come gli altri dipendenti pubblici comunali e magari qualcuno di loro si definisce " un collega”! No, i colleghi sono tutti quelli con la divisa, quelli che, come noi, avrebbero bisogno di una contrattazione a parte! “

Ed è proprio quello che da anni sosteniamo. Grazie “ Codice Sierra “, la pensiamo anche noi così, anche e soprattutto ora che ci toccherà fare tutte queste cose senza essere neppure pagati.
LA REDAZIONE

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 logo-head-natale
 -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Polizia Municipale Alessandria - Scoperta a Torino organizzazione criminale grazie a Fox e Nitro
Il Nucleo Investigativo della Polizia Municipale di Torino ha portato a termine un'importante operazione che ha permesso di individuare i membri di un'organizzazione criminale tesa allo sfruttamento della prostituzione. Le perquisizioni sono state eseguite con l'ausilio dell'unità cinofila della Polizia Municipale di Alessandria



ALESSANDRIA - Un’importante operazione del Nucleo investigativo Polizia Municipale di Torino ha consentito di individuare i membri di un’organizzazione criminale con l’arresto di quattro uomini accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, lesioni in danno di minore ed estorsione.

L’indagine è durata quasi un anno, durante il quale gli agenti hanno documentato l’attività della banda con fotografie, pedinamenti ed intercettazioni telefoniche ed ambientali.




Un
grande contributo è stato quello di Fox e Nitro, i due cani anti-droga dell'unità cinofila della Polizia Municipale di Alessandria: il loro ausilio è stato fondamentale per il buon esito delle indagini. Le perquisizioni effettuate da Fox e Nitro hanno consentito il sequestro di droga e di documenti falsi, utilizzati per incriminare i membri dell'organizzazione criminale torinese..

( tratto da www.alessandrianews.it)

Firefox sarà integrato con Facebook Messenger | IT Pills#NewsALESSANDRIA SULPL è anche qui:  http://www.facebook.com

sabato 20 ottobre 2012




SULPL ALESSANDRIA NEWS
Periodico di informazione tecnica, giuridica, sindacale e di attualità
per gli operatori della polizia locale
___________________________
numero 33 – 20 OTTOBRE 2012 


19.10.2012- fiaccolata organizzata dai sindacati e dalle Istituzioni contro il dissesto del Comune di Alessandria

Gli alessandrini hanno partecipato in migliaia alla fiaccolata voluta dalle organizzazioni sindacali – anche dal SULPL - per tentare di fermare il disastro che si sta abbattendo sul Comune. La manifestazione è partita davanti alla Prefettura e si è conclusa in Piazza della Libertà coinvolgendo circa 4000 fra lavoratori  e cittadini, politici e amministratori pubblici. Come richiesto dagli organizzatori non c’era nessuna bandiera partitica e politica: “Questa fiaccolata ha voluto rappresentare la città, tutta; è stata l’occasione per sperare che su Alessandria torni a riaccendersi la luce”.
Le casse del Comune di Alessandria sono in gravissima crisi di liquidità, basta segnalare che a fine mese 2.500 lavoratori dipendenti dell’amministrazione e delle partecipate non riceveranno lo stipendio di ottobre. Per la prima volta Palazzo Rosso non riesce a pagare i salari nemmeno dei suoi dipendenti, oltre a quelli delle partecipate e dei fornitori. Il sindaco Rita Rossa ha fatto sapere che in cassa ci sono venti centesimi e che continua la sua paziente opera di sollecitazione a Roma affinché Alessandria rientri nel decreto sul fondo a rotazione per i Comuni in dissesto.

IL COMMENTO DELLA REDAZIONE 
Nessun commento può aggiungersi a quanto raccontato brevemente nella notizia di apertura, le foto la dicono lunga sulla sentita partecipazione della Città al grave momento che sta vivendo: sei milioni di euro in meno al mese ( questa è la somma che viene versata mensilmente ai circa 2700 lavoratori del Comune e delle partecipate ) significa mettere in ginocchio un’intera Città, significa la morte dell’economia locale con conseguenze immaginabili a livello di commercio e terziario.
E senza tornare sul “ je t’accuse “ rivolto a chi ha causato questo stato di cose, che tanto non serve a risolvere i drammatici problemi attuali ma crea solo inutile polemica, e nell’attesa che la Magistratura accerti le responsabilità di chi ha creato questo disastro economico e  sociale, facciamo appello a tutti per tentare di sensibilizzare il Governo ed il Parlamento perché anche il dissesto finanziario è un dramma italiano, al pari del terremoto e degli inquinamenti ambientali, fatti tutti che sfuggono alla responsabilità del comune cittadino ma che pongono invece all’attenzione la domanda sulle responsabilità di chi aveva il dovere di controllare e di impedire che si arrivasse a questo punto.
E allora la politica faccia ( almeno per una volta ! ) la sua parte e torni ad occuparsi dei veri problemi reali e non solo delle solite noiose manfrine per riformare la legge elettorale che – francamente – non interessano a nessuno, fatti salvi i diretti interessati ed i soggetti politicizzati.
Chiudiamo l’odierno editoriale pubblicando invece una notizia catturata sulla rete, un’iniziativa partita a nostra totale insaputa e che ci deve far riflettere sul significato della solidarietà.
Dall’account di facebook “Società di Mutuo Soccorso Polizia Municipale Genova” apprendiamo una notizia che ci ha lasciato a bocca aperta; la pubblichiamo integralmente:
Come anticipato, cari colleghi, è il momento di far capire a tutti chi che pasta sono fatti i "Vigili Urbani" non solo di Genova, ma anche di tutta Italia.
Da qui partirà la campagna per una grande raccolta di fondi per i Colleghi di Alessandria, che come molti di voi sapranno, probabilmente non riceveranno lo stipendio del mese di ottobre, ma anche quelli di novembre e dicembre.
Ribadendo che è inaccettabile che lo Stato non intervenga in questi casi, bisogna prendere in mano le redini della questione. Oltre alle iniziative che si terranno in campo nazionale, noi abbiamo l'onore e l'onore del patrocinio di questa iniziativa, e chi meglio della nostra Società di Mutuo Soccorso può rappresentare il sentimento di "colleganza" e di amicizia?
I prossimi giorni riceveremo la busta paga, a differenza dei colleghi di Alessandria (...), con gli arretrati dei progetti.
Penso che con 50 euro di meno non cambi la vita a nessuno!!!
Prepariamoci e facciamo vedere di cosa sono capaci i "Cantunè" di Genova”
Grazie ragazzi, grazie davvero !!!!
LA REDAZIONE


OMICIDIO STRADALE - Il Tribunale Penale di Torino condanna anche il proprietario
Probabilmente avviene per la prima volta che per un incidente stradale mortale vengano condannati - per giunta alla stessa pena di undici anni di reclusione con il rito abbreviato - sia il conducente che il proprietario/trasportato nell'auto investitrice. Il caso ha tutte le caratteristiche dell'omicidio stradale: il 3 dicembre 2011 a Torino il 'cucciolo' Alex Sgrò sta attraversando la strada in Corso Peschiera sulle strisce pedonali, mano nella mano con i genitori, Simonetta e Calogero; si appropinqua Natale e gli hanno appena comperato un giocattolo.
Alex ha appena sette anni. Sopraggiunge a circa 75 km/h una Renault Clio, guidata da C., un 34enne che si è posto alla guida sotto l'effetto di droga. Alex viene travolto e sbalzato a 35 metri di distanza: muore in ospedale poco dopo il ricovero; i genitori riportano lesioni personali gravissime. Il proprietario della vettura è a bordo; G. è un 26enne aostano impiegato presso l'ufficio di collocamento. Si stanno recando da uno spacciatore di sostanze stupefacenti. Si danno alla fuga. Acquistano altre dosi di eroina e tornano ad Aosta; nascondono l'auto in garage. Scrive la Dott.ssa Rosanna La Rosa, autrice della sentenza depositata ieri, il proprietario dell'auto era "ben consapevole della quotidiana e ripetitiva assunzione di eroina da parte del C. e pienamente conscio degli effetti di tale assunzione ...poteva in ogni momento verificare la condotta di guida dell'amico. In buona sostanza, ove avesse ritenuto tale condotta per qualsiasi motivo imprudente o impropria, avrebbe potuto facilmente dissociarsi chiedendo al C. di non guidare più e sostituendolo alla guida della sua auto". Le indagini, coordinate dalla Dott.ssa Gabriella Viglione della Procura della Repubblica sabauda, hanno visto l'impiego di quasi mille uomini per la ricerca dei testimoni oculari. Da sottolineare che il duo era tornato a Torino ben quattordici volte, nei giorni successivi alla tragedia, per acquistare droga. Il giudice ha ravvisato la cooperazione colposa fra affidante incauto del veicolo e affidatario, in quanto la condotta colposa del secondo non interrompe il nesso di causalità tra affidamento ed incidente mortale. Il proprietario aveva condiviso la scelta criminale del responsabile dell'investimento, senza mai dissociarsi o dissentire, anzi agevolandolo.
Fonte: OMICIDIO STRADALE - (StudioCataldi.it)

 ALESSANDRIA SULPM è anche qui:  http://www.facebook.com

====================================================================
L’ANGOLO DELL’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Fermo amministrativo: custode usa l'auto? E' violazione dei sigilli
Cassazione penale , sez. III, sentenza 18.07.2012 n° 28979
Rischia il carcere l'automobilista che, nominato custode, utilizza l'automobile sottoposta a fermo amministrativo, non potendo invocare l'errore scusabile sulla interpretazione della norma incriminatrice. E' quanto ha stabilito la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza 18 luglio 2012, n. 28979, con la quale è stato respinto il ricorso di un automobilista, nominato custode di una vettura, il quale era stato fermato da una pattuglia della polizia municipale a bordo della stessa, nonostante fosse sottoposta a fermo amministrativo, quindi priva di sigilli.
Il ricorrente lamentava la sussistenza di un errore scusabile sulla interpretazione della norma incriminatrice, ex art. 5 c.p., posto che il contrasto giurisprudenziale relativo alla concretizzazione del reato di violazione di sigilli (art. 349 c.p.) si era risolta solo di recente, con l'intervento delle Sezioni Unite della Cassazione, ad opera della sentenza n. 5385/2010.
Come ricordato dai giuridi di legittimità, il fermo amministrativo del veicolo, disciplinato dall'art. 214 cod. strad., è una misura cautelare amministrativa diretta a fare cessare la circolazione del veicolo e a provvedere alla collocazione dello stesso in apposito luogo di custodia, previa apposizione dei sigilli, la cui violazione integra la fattispecie tipica di cui all'art. 349 c.p.
Secondo il giudice nomofilattico, nessuna incertezza può sorgere sulla non utilizzabilità del bene sottoposto a vincolo da parte di chi, nominato custode, era nella piena cognizione dell'inibizione dell'uso dell'autoveicolo.
A tal proposito si rileva come l'incertezza derivante da contrastanti orientamenti giurisprudenziali nella interpretazione e applicazione di una norma, non abilita da sola ad invocare la condizione soggettiva di ignoranza inevitabile della legge penale, anzi, il dubbio sulla liceità o meno deve indurre il soggetto ad un atteggiamento più attento, fino cioè, secondo quanto emerge dalla sentenza n. 364 del 1988 della Corte Costituzionale, all'astensione dalla azione se, nonostante tutte le informazioni assunte, permanga la incertezza sulla liceità o meno della azione stessa, dato che il dubbio, non essendo equiparabile allo stato di inevitabile ed invincibile ignoranza, è inidoneo ad escludere la consapevolezza della illiceità.

Buca stradale: sì alla responsabilità solidale fra appaltatore e comune
Cassazione civile , sez. III, ordinanza 23.07.2012 n° 12811
La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza 23 luglio 2012, n. 12811, in tema di risarcimento dei danni determinanti dall’esistenza di un cantiere stradale, afferma la duplice responsabilità del Comune e della società appaltatrice dei lavori pubblici (in qualità di appaltante e ente proprietario della strada) nel caso in cui si verifichi un sinistro nelle vicinanze dell’area del cantiere ma al di fuori di esso  (cantiere delimitato regolarmente).
La questione oggetto di controversia concerneva un sinistro verificatosi ad un automobilista che sprofondava in una buca (non segnalata e dovuta a dei lavori stradali in corso) del manto stradale; a causa della rottura dell’avantreno la macchina perdeva il controllo e si schiantava, poi, contro un altro mezzo che procedeva in senso opposto .
Il soggetto conveniva in giudizio sia il Comune (quale ente appaltante) che la società appaltatrice dei lavori, oltre ovviamente alle compagnie di assicurazione.Il contraddittorio venne integrato con l’intervento della società incaricata della manutenzione stradale.
In linea di massima, il principio desumibile dalla sentenza in commento è che nella ipotesi in cui l’area del cantiere risulti delimitata ed affidata alla custodia (esclusiva) dell’appaltatore (con divieto del traffico sia pedonale che veicolare) in caso di danni subiti all’interno della stessa area la responsabilità è esclusivamente dell’appaltatore, quale unico custode.
Nel momento in cui, al contrario, l’area, ove vi sono lavori e vi è il cantiere, sia adibita al traffico e, di conseguenza, utilizzata per la circolazione (quindi con conservazione della custodia da parte dell’ente titolare della strada anche se insieme all’appaltatore) la responsabilità, in caso di sinistro, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 2051 c.c., ricade sia in capo all’appaltatore che all’ente, fatta salva l’eventuale azione di regresso dell’ente nei confronti del primo soggetto (per il principio sulla responsabilità solidale). [ fonte : http://www.altalex.com ]

CI PUOI LEGGERE ANCHE QUI: 
http://www.sulpl.it/wp-content/uploads/2012/10/20-ottobre.pdf