ALESSANDRIA: condannato a 21 anni e 4 mesi di reclusione
l’uomo che uccise 4 ragazzi guidando ubriaco contromano in autostrada.
Ilir Beti, dopo la sentenza |
Ilir
Beti, l'imprenditore albanese di 37
anni che alla guida di un SUV,
viaggiando contromano a forte velocità
e in stato di ebbrezza sulla A26 provocò un incidente in cui persero la vita quattro ragazzi francesi e un quinto rimase ferito, e' stato condannato oggi ad Alessandria con il
rito abbreviato a 21 anni e 4 mesi
di reclusione, oltre al risarcimento ai familiari delle vittime
ed alla revoca della patente.
L'incidente avvenne lo scorso 13 agosto del 2011, nel tratto dell’autostrada A26 tra Ovada e Predosa,
nell' alessandrino. Beti rispondeva di omicidio volontario a titolo di dolo eventuale, lesioni gravissime, guida
in stato di ebbrezza e porto abusivo di un coltello.
I parenti delle vittime davanti al Tribunale |
Il PM Riccardo Ghio, che aveva chiesto una condanna complessiva
a 21 anni e sei mesi ( due mesi in più della condanna ), ha sostenuto che Beti,
guidando in quel modo ha accettato il rischio che potesse succedere un
incidente e non ha fatto alcun tentativo per evitare
l'impatto. ''Andava come un treno a 150 all'ora su un SUV da tre tonnellate,
con capacità di reazione nulle.
Indifferente anche quando altri veicoli gli venivano incontro '', queste le
parole pronunciate nella dura requisitoria
del Magistrato.
I famigliari delle vittime, arrivati nella notte dalla Francia ed accolti dalle
delegazioni provinciali del SULPM e del
SAP, ma anche dalla società civile alessandrina ( fra tutti, l’Assessore
Gianni Ivaldi e la rappresentanza locale del Sindacato FSI ) hanno accolto la
sentenza in lacrime.
Per il difensore, l’Avv. Mario Boccassi, si e' trattato di omicidio colposo seppur di una gravità assoluta, ma in assenza della volontà di uccidere.
Beti, dopo una giornata di lavoro, aveva raggiunto Arenzano, in Liguria, dove aveva trascorso la serata in un locale. Aveva bevuto, poi si era messo al volante per rientrare in Alessandria.
“ Non doveva farlo in quelle condizioni “ ha aggiunto
il legale, “ perché ubriaco di alcol e
di sonno e non ha fatto niente per evitare
l'impatto perché guidava come 'un sonnambulo' “. “ Una pena esemplare che ci aspettavamo “ ha
detto all' uscita del Tribunale Christine
Lorin, la mamma di uno dei giovani francesi che con l'associazione ''Un chemin
pour domaine'' si sta battendo per il riconoscimento dell'omicidio volontario
stradale a livello europeo. “ Bisogna continuare per i nostri figli - ha
aggiunto Christine - perché non siano morti invano “.
L'incidente
avvenne poco dopo le 5 del mattino.
Beti, entrato in autostrada ad Arenzano, era uscito
a Masone, rientrato e tornato in riviera per recuperare il telefonino. Poi, nuovamente
tornato in autostrada, si era diretto verso Alessandria, ma quasi giunto a
destinazione aveva fatto inversione di marcia procedendo per oltre venti
chilometri contromano, nonostante i segnali di auto e TIR che erano riusciti ad evitarlo,
fino al fatale e terribile impatto contro l'Opel Astra dei cinque ragazzi
francesi che stavano andando in vacanza in Croazia.
L’EDITORIALE
Dal tribunale di Alessandria un forte segnale di giustizia
Da queste
pagine ci uniamo alle parole di Franco Biserni, Presidente dell’ASAPS, l’associazione sostenitori e amici della polizia stradale, che accoglie
la sentenza come “un forte e positivo
segnale che dimostra come i reati della strada non siano più considerati di
serie B, ma ormai sono promossi fra i reati di serie A, come tutte le altre
violenze alla persona”.
l'Opel Astra dei cinque ragazzi francesi |
“Questa sentenza - aggiunge l’ASAPS - è anche il
frutto di un nuovo clima che si è instaurato dopo la richiesta dell’omicidio
stradale e dell’ergastolo della patente fortemente voluti dalle associazioni
Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni di Firenze affiancate dall’ASAPS, per la
quale sono state raccolte 57.000 firme consegnate al presidente della
Commissione Trasporti della Camera Mario Valducci nei mesi scorsi”.
Anche questa
Segreteria Provinciale è tra i primi firmatari della proposta di legge, oggi più che mai necessaria per contrastare queste
ricorrenti fenomenologie e per evitare
di piangere ancora morti sulla strada a causa delle scelleratezza di chi si mette alla guida in stato di alterazione, poco importa
se di alcool o di droga.
Oggi è stata resa giustizia, grazie alla tenacia del Sostituto Procuratore della Repubblica di Alessandria Riccardo Ghio che ha sostenuto con forza la tesi dell’omicidio volontario, facendo ricorso al concetto del dolo eventuale, e grazie soprattutto alla decisa risposta del Giudice Enrica Bertolotto che ha fatto sue le tesi del pubblico ministero e che ha emesso una sentenza davvero importante e condivisa.
Oggi è stata resa giustizia, grazie alla tenacia del Sostituto Procuratore della Repubblica di Alessandria Riccardo Ghio che ha sostenuto con forza la tesi dell’omicidio volontario, facendo ricorso al concetto del dolo eventuale, e grazie soprattutto alla decisa risposta del Giudice Enrica Bertolotto che ha fatto sue le tesi del pubblico ministero e che ha emesso una sentenza davvero importante e condivisa.
Ma ogni
forma di giustizia non placherà mai le sofferenze dei famigliari, ai quali siamo vicini ed ai quali esprimiamo la
nostra piena ed incondizionata solidarietà.
Oggi il
nostro numero si ferma qui, con una
preghiera in ricordo di Audrey Julien, di Vincent Luis Patrick Lorin, di Elsa Rita Emilie Desliens e di Julienne Raymond, quattro
giovani che non devono essere morti inutilmente.
E con un sincero augurio a Laurent Boette, unico
sopravvissuto alla strage di un individuo che, sprezzante del rischio, ha
distrutto quattro famiglie e lasciato a tutti un vuoto incolmabile.