SULPL ALESSANDRIA NEWS
Periodico
di informazione tecnica, giuridica, sindacale e di attualità
per
gli operatori della polizia locale
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numero 33 – 20 OTTOBRE 2012
Le casse del
Comune di Alessandria sono in gravissima crisi di liquidità, basta segnalare
che a fine mese 2.500 lavoratori dipendenti dell’amministrazione e delle
partecipate non riceveranno lo stipendio di ottobre. Per la prima volta Palazzo
Rosso non riesce a pagare i salari nemmeno dei suoi dipendenti, oltre a quelli
delle partecipate e dei fornitori. Il sindaco Rita Rossa ha fatto sapere che in
cassa ci sono venti centesimi e che continua la sua paziente opera di sollecitazione
a Roma affinché Alessandria rientri nel decreto sul fondo a rotazione per i
Comuni in dissesto.
IL COMMENTO DELLA REDAZIONE
Nessun commento può aggiungersi a quanto raccontato
brevemente nella notizia di apertura, le foto la dicono lunga sulla sentita
partecipazione della Città al grave momento che sta vivendo: sei milioni di
euro in meno al mese ( questa è la somma che viene versata mensilmente ai circa
2700 lavoratori del Comune e delle partecipate ) significa mettere in ginocchio
un’intera Città, significa la morte dell’economia locale con conseguenze
immaginabili a livello di commercio e terziario.
E senza tornare sul “ je t’accuse “ rivolto a chi ha
causato questo stato di cose, che tanto non serve a risolvere i drammatici
problemi attuali ma crea solo inutile polemica, e nell’attesa che la
Magistratura accerti le responsabilità di chi ha creato questo disastro
economico e sociale, facciamo appello a
tutti per tentare di sensibilizzare il Governo ed il Parlamento perché anche il
dissesto finanziario è un dramma italiano, al pari del terremoto e degli
inquinamenti ambientali, fatti tutti che sfuggono alla responsabilità del
comune cittadino ma che pongono invece all’attenzione la domanda sulle
responsabilità di chi aveva il dovere di controllare e di impedire che si
arrivasse a questo punto.
E allora la politica faccia ( almeno per una volta ! )
la sua parte e torni ad occuparsi dei veri problemi reali e non solo delle
solite noiose manfrine per riformare la legge elettorale che – francamente –
non interessano a nessuno, fatti salvi i diretti interessati ed i soggetti
politicizzati.
Chiudiamo l’odierno editoriale pubblicando invece una
notizia catturata sulla rete, un’iniziativa partita a nostra totale insaputa e
che ci deve far riflettere sul significato della solidarietà.
Dall’account di facebook “Società di Mutuo Soccorso
Polizia Municipale Genova” apprendiamo una notizia che ci ha
lasciato a bocca aperta; la pubblichiamo integralmente:
Come anticipato, cari colleghi, è il momento di far capire a tutti chi che pasta sono fatti i "Vigili Urbani" non solo di Genova, ma anche di tutta Italia.
Da qui partirà la campagna per una grande raccolta di fondi per i Colleghi di Alessandria, che come molti di voi sapranno, probabilmente non riceveranno lo stipendio del mese di ottobre, ma anche quelli di novembre e dicembre.
Ribadendo che è inaccettabile che lo Stato non intervenga in questi casi, bisogna prendere in mano le redini della questione. Oltre alle iniziative che si terranno in campo nazionale, noi abbiamo l'onore e l'onore del patrocinio di questa iniziativa, e chi meglio della nostra Società di Mutuo Soccorso può rappresentare il sentimento di "colleganza" e di amicizia?
I prossimi giorni riceveremo la busta paga, a differenza dei colleghi di Alessandria (...), con gli arretrati dei progetti.
Penso che con 50 euro di meno non cambi la vita a nessuno!!!
Prepariamoci e facciamo vedere di cosa sono capaci i "Cantunè" di Genova”
Grazie ragazzi, grazie davvero !!!!
LA REDAZIONE
OMICIDIO STRADALE - Il Tribunale Penale di Torino
condanna anche il proprietario
Alex ha appena sette anni. Sopraggiunge a circa 75 km/h una Renault Clio, guidata da C., un 34enne che si è posto alla guida sotto l'effetto di droga. Alex viene travolto e sbalzato a 35 metri di distanza: muore in ospedale poco dopo il ricovero; i genitori riportano lesioni personali gravissime. Il proprietario della vettura è a bordo; G. è un 26enne aostano impiegato presso l'ufficio di collocamento. Si stanno recando da uno spacciatore di sostanze stupefacenti. Si danno alla fuga. Acquistano altre dosi di eroina e tornano ad Aosta; nascondono l'auto in garage. Scrive la Dott.ssa Rosanna La Rosa, autrice della sentenza depositata ieri, il proprietario dell'auto era "ben consapevole della quotidiana e ripetitiva assunzione di eroina da parte del C. e pienamente conscio degli effetti di tale assunzione ...poteva in ogni momento verificare la condotta di guida dell'amico. In buona sostanza, ove avesse ritenuto tale condotta per qualsiasi motivo imprudente o impropria, avrebbe potuto facilmente dissociarsi chiedendo al C. di non guidare più e sostituendolo alla guida della sua auto". Le indagini, coordinate dalla Dott.ssa Gabriella Viglione della Procura della Repubblica sabauda, hanno visto l'impiego di quasi mille uomini per la ricerca dei testimoni oculari. Da sottolineare che il duo era tornato a Torino ben quattordici volte, nei giorni successivi alla tragedia, per acquistare droga. Il giudice ha ravvisato la cooperazione colposa fra affidante incauto del veicolo e affidatario, in quanto la condotta colposa del secondo non interrompe il nesso di causalità tra affidamento ed incidente mortale. Il proprietario aveva condiviso la scelta criminale del responsabile dell'investimento, senza mai dissociarsi o dissentire, anzi agevolandolo.
Fonte:
OMICIDIO STRADALE - (StudioCataldi.it)
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L’ANGOLO
DELL’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Fermo amministrativo: custode usa l'auto? E' violazione dei
sigilli
Cassazione penale , sez. III, sentenza 18.07.2012 n° 28979
Rischia il carcere l'automobilista che,
nominato custode, utilizza l'automobile sottoposta a fermo amministrativo, non
potendo invocare l'errore scusabile sulla interpretazione della norma
incriminatrice. E' quanto ha stabilito la Terza Sezione Penale della Corte di
Cassazione, con la sentenza 18 luglio 2012, n. 28979, con la quale è stato
respinto il ricorso di un automobilista, nominato custode di una vettura, il
quale era stato fermato da una pattuglia della polizia municipale a bordo della
stessa, nonostante fosse sottoposta a fermo amministrativo, quindi priva di
sigilli.
Come
ricordato dai giuridi di legittimità, il fermo amministrativo del veicolo,
disciplinato dall'art. 214 cod.
strad., è una misura cautelare amministrativa diretta a fare cessare la
circolazione del veicolo e a provvedere alla collocazione dello stesso in
apposito luogo di custodia, previa apposizione dei sigilli, la cui violazione
integra la fattispecie tipica di cui all'art. 349 c.p.
Secondo il giudice nomofilattico, nessuna
incertezza può sorgere sulla non utilizzabilità del bene sottoposto a vincolo
da parte di chi, nominato custode, era nella piena cognizione dell'inibizione
dell'uso dell'autoveicolo.
A
tal proposito si rileva come l'incertezza
derivante da contrastanti orientamenti giurisprudenziali nella interpretazione
e applicazione di una norma, non abilita da sola ad invocare la condizione
soggettiva di ignoranza inevitabile della legge penale, anzi, il dubbio sulla liceità o meno deve indurre il
soggetto ad un atteggiamento più attento, fino cioè, secondo quanto emerge
dalla sentenza n. 364 del 1988 della Corte Costituzionale, all'astensione dalla
azione se, nonostante tutte le informazioni assunte, permanga la incertezza
sulla liceità o meno della azione stessa, dato che il dubbio, non essendo equiparabile allo stato di inevitabile ed
invincibile ignoranza, è inidoneo ad escludere la consapevolezza della
illiceità.
(
fonte: http://www.altalex.com )
Buca stradale: sì alla responsabilità solidale fra appaltatore e
comune
Cassazione civile , sez. III, ordinanza 23.07.2012 n° 12811
La Suprema Corte di Cassazione, con la
sentenza 23 luglio 2012, n. 12811, in tema di risarcimento dei danni
determinanti dall’esistenza di un cantiere stradale, afferma la duplice
responsabilità del Comune e della società appaltatrice dei lavori pubblici
(in qualità di appaltante e ente proprietario della strada) nel caso in
cui si verifichi un sinistro nelle vicinanze dell’area del
cantiere ma al di fuori di esso (cantiere
delimitato regolarmente).
La questione oggetto di controversia
concerneva un sinistro verificatosi ad un automobilista che sprofondava in
una buca (non segnalata e dovuta a dei lavori stradali in corso) del manto
stradale; a causa della rottura dell’avantreno la macchina perdeva il
controllo e si schiantava, poi, contro un altro mezzo che procedeva in senso
opposto .
Il soggetto conveniva in giudizio sia il
Comune (quale ente appaltante) che la società appaltatrice dei lavori, oltre
ovviamente alle compagnie di assicurazione.Il contraddittorio venne integrato
con l’intervento della società incaricata della manutenzione stradale.
In linea di massima, il principio desumibile
dalla sentenza in commento è che nella ipotesi in cui l’area del cantiere
risulti delimitata ed affidata alla custodia (esclusiva) dell’appaltatore (con
divieto del traffico sia pedonale che veicolare) in caso di danni subiti
all’interno della stessa area la responsabilità è esclusivamente
dell’appaltatore, quale unico custode.
Nel momento in cui, al contrario, l’area,
ove vi sono lavori e vi è il cantiere, sia adibita al traffico e, di
conseguenza, utilizzata per la circolazione (quindi con conservazione della
custodia da parte dell’ente titolare della strada anche se insieme
all’appaltatore) la responsabilità,
in caso di sinistro, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 2051 c.c.,
ricade sia in capo all’appaltatore che all’ente,
fatta salva l’eventuale azione di regresso dell’ente nei confronti del primo
soggetto (per il principio sulla responsabilità solidale). [ fonte : http://www.altalex.com ]
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