SULPL ALESSANDRIA NEWS
Periodico
di informazione tecnica, giuridica, sindacale e di attualità
per
gli operatori della polizia locale
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numero 36 – 20 NOVEMBRE 2012
TEMPI
DURI PER I LADRI DI BICICLETTE
dopo la tesi di laurea ladri di biciclette monitorati on line
ALESSANDRIA. Preferibilmente entrano in azione il martedì e di pomeriggio. Sono i ladri di biciclette, tra i più temuti nella città in cui nel lontano 1867 fu importato dall’industriale della birra Carlo Michel il primo prototipo a due ruote, al ritorno dall’esposizione internazionale di Parigi. Nel 1876 il numero di appassionati era così cresciuto che nella zona di Porta Savona fu realizzata una pista ad hoc, che, una volta smantellata, resterà nel nome di un noto quartiere residenziale. Ma i tempi cambiano e anche per questi specializzati Arsenio Lupin del sellino e manubrio potrebbe arrivare la ‘crisi’.
Perlomeno nelleintenzioni di Mauro Di Gregorio, 38 anni, da Spinetta Marengo, operatore di polizia locale, naturalmente ciclista, che qualche giorno fa si è laureato a Perugia in Scienze dell’investigazione e della sicurezza proprio con una ricerca sociale sui furti di bicicletta nella città di Alessandria. Partendo dall’analisi dei questionari distribuiti per la prima volta in occasione della ‘Settimana della mobilità sostenibile’ organizzata nel 2011, ha avviato uno studio mirato <e che intendo costantemente approfondire, non limitandomi alla tesi che, anzi, è solo il punto di partenza>. Presto con il casalese Matteo Ferrando curerà un sito per monitorare il fenomeno a livello nazionale, un osservatorio permanente on line, <accedendo a sempre più dati, per mettere in campo interventi e azioni di contrasto. Noi alessandrini lo sappiamo bene: al di là del danno economico subito, a fare male è anche la perdita affettiva. Il nostro intende pertanto essere un progetto social, con Alessandria capofila, che prevede la definizione di un profilo tipo del ladro e della vittima, oltre che una mappa delle zone più a rischio. Ci crediamo e ci lavoreremo con passione e determinazione, rendendo omaggio a una terra di Campionissimi>.
( tratto da http://www.skylinetv.it )
------------------ IL
COMMENTO DELLA REDAZIONE ------------------
Lo diceva già nello scorso mese di marzo il vicesindaco di Padova Ivo Rossi che aveva tra i
suoi propositi quella di ideare una «task force» contro i furti di biciclette,
con l’impiego di telecamere, agenti in
borghese e lotta senza quartiere alla «ricettazione». Ivo Rossi, 37 anni, che di professione fa l’avvocato, detiene il
«record» di ben 14 biciclette rubate in pochi anni. «E’ un fenomeno che conosciamo bene e che è diventato un cancro che
colpisce la libertà di movimento dei cittadini - è la valutazione del vice
Sindaco patavino - Un fenomeno da estirpare velocemente e radicalmente».
Nel suo
programma di lavoro c’è il ricorso inevitabile all’intelligence. «E’ chiaro che la vigilanza non basta più - spiegava
Ivo Rossi presentando il suo piano - Chi ruba una bici non lo fa quando sa di
poter essere visto. Serve un lavoro con agenti in borghese, un lavoro di intelligence».
Dunque scoprire i ladri e seguire i loro percorsi. Scoprire (anche se molti già
lo sanno) dove finiscono le bici rubate. «C’è un mercato fiorente della
ricettazione, che tutti conoscono – sottolineava su “ Il Mattino “ il vicesindaco - E’ ora di spezzare la catena
di omertà e eliminare questo traffico. A partire, e lo dico senza mezzi
termini, da quello che accade davanti ai Giardini dell’Arena».
I consigli
del vicesindaco di Padova sono quelli del nostro
collega Di Gregorio su come
«proteggere» il proprio mezzo: «La prima richiesta che faccio è quella di non
acquistare bici rubate. Altrimenti si diventa complici dei ladri » E poi c’è il
ricorso alla punzonatora, un servizio per “marchiare” la propria bicicletta».
Al quale vanno i nostri complimenti per la tesi
sperimentale e per il successo che
sta avendo in tutta Italia: lo abbiamo ascoltato intervistato su RAI 2 ma anche su alcune emittenti
locali, lo abbiamo letto sui giornali e presto sarà al lavoro in qualche grande
realtà perché il lavoro in questo campo, purtroppo, non manca.
E Mauro Di Gregorio forse – lo speriamo davvero - potrebbe
avere trovato la ricetta per combattere questo fastidioso crimine.
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